May 2, 2020
DON’T CALL IT AN OPPORTUNITY
[ENGLISH VERSION BELOW]
Non so se ne usciremo da questa storia, anche se io credo di sì.
Due mesi fa, come tantissimi altri nella nostra stessa situazione, abbiamo ricevuto comunicazioni dai clienti che ci dicevano che forse era meglio aspettare a partire, di sospendere i progetti fino a quando non saremmo tornati alla normalità, che il contratto che stavamo per firmare si sarebbe bloccato fino a quando non si sa. Prima lo shock, poi la paura, poi la rabbia. Non che non ne comprendessimo le ragioni, anche noi avremmo fatto lo stesso.
Io trovo irritante la retorica sull’opportunità. Questo è un disastro. Dal punto di vista della salute di tantissime persone, dal punto di vista sociale e psicologico, dal punto di vista economico. Altro che opportunità.
Però noi non riusciamo a star fermi e dopo i primi giorni di shock tra noi è girata una mail il cui oggetto era “how to get the most out of this shit” — si ci pace dirla all’inglese ma la verità è che tra i destinatari c’era un collega che non parla italiano. Abbiamo deciso che se i progetti erano fermi non significava che dovevamo fermarci anche noi. Che avremmo provato a sfruttare questo tempo per metter mano a quelle cose importanti per le quali non hai mai tempo. Solo così, ci siamo detti, saremo pronti a volare quando questa il peggio sarà passato.
E in effetti in queste settimane, con Alexia, Anna, Argentina, Beatrice, Benedetta, Eleonora, Elisa, Kevin, Marco, Massimo, Michele, Piero, Sara, Silvia e Stefano abbiamo lavorato ad un sacco di cose bellissime.
Abbiamo lavorato seguendo questo framework:
WHO — IDENTITÀ E CULTURA
L’ESSENCE
Abbiamo ridefinito la nostra essenza profonda, il nostro sogno, ciò che ci muove e dove vogliamo arrivare. Chi vogliamo essere e chi non vogliamo diventare, cosa vogliamo fare e a cosa diremo di no. Ne riporto solo alcuni estratti.
Our dream — A magical place where people feel good and generate real impact.
A bunch of crazy people who, basically, is a model to be inspired by.
Why we exist — Free and unconstricted minds to create a better future.
That’s why we are all in.
Who we are — We are in the business of imagination.
We are a collective of free minds, exploring better futures and creating new realities to deliver impact.
E poi altro ancora.
L’IDENTITÀ
Abbiamo ridefinito il nostro sistema identitario, la storia che vogliamo raccontare, il framework di comunicazione, lo stile e il tono che vogliamo avere.
Abbiamo ridisegnato il nostro logo.
Abbiamo rifatto il sito (ancora in versione alfa).
HOW — MINDSET E WAYS OF WORKING
RUOLI E ORGANIZZAZIONE
Abbiamo ridefinito i ruoli di leadership e implementato un nuovo modello operativo (che avevamo disegnato appena prima della crisi, a dire il vero).
Come CEO — Chief Explorer Officer, ho focalizzato il mio sguardo sul futuro e su fare challenge allo status quo.
Stefano, come Direttore Creativo e della Strategia ci ispira e ci influenza per pensare a come rispondere in modo innovativo alle sfide dei nostri clienti e come scovarne di nuove, eccitanti, a cui rispondere.
Argentina, Head of Culture protegge, cura e fa evolvere il nostro sistema culturale che si basa sulla libertà e l’attenzione, vera, alle persone. E presidia i nostri principi guida che partono da una dichiarazione forte che recita “pursue wonder”.
Massimo è il nostro faro sullo sviluppo del business.
Per la prima volta abbiamo dato vita, con l’aiuto di Piero, ad Management team vero, che si confronta, che immagina, si sfida, si ascolta e decide.
Dal punto di vista organizzativo abbiamo implementato un modello basato su team fissi di tre persone — i nuclei — che punta a dar maggior autonomia e spazio creativo alle persone in Futureberry.
HIRING
Appena prima del blocco avevamo avviato un processo di hiring pensato come un’attività di guerrilla, in cui cercavamo i futuri colleghi non tra i database delle università ma affiggendo locandine sulle porte dei bar più cool di Milano, nelle toilette delle accademie d’arte, nei foyer dei teatri, nelle sale prove e nei negozi di strumenti musicali. E il primo contatto avveniva con un bot su whatsapp.
UFFICIO
E visto che, appunto, non riusciamo a star fermi abbiamo deciso di lasciare il nostro ufficio. Continueremo a fare ciò che abbiamo fatto finora, anche se in un modo differente. E ci troverete a gestire un negozio, ospiti in un teatro, con un banco al mercato, in una ex officina con altri che come noi hanno voglia di mischiare un po’ le carte.
WHAT — COMMUNITY E IMPATTO
Abbiamo dato vita a nuovi progetti che sono proprio quelli che vorremmo fare con i nostri clienti e quindi iniziamo a farli per conto nostro perché ci piacciono, ci emozionano, ci divertono. E sono nate le idee di Atlas of Emotions, PostPo, Network sociale e Made in Futureberry. E poi:
FUTUREBERRY RADIO
È nata Supatronic, la nostra radio, anzi il nostro programma musicale: per svelare storie e pensieri intimi di persone inedite attraverso le playlist personalizzate per loro dagli algoritmi musicali. Qui per le playlist e qui se volete ascoltare il pilota.
SPAZIO ECLISSI
Con l’aiuto di Enrico Mondelli — fotografo ed ex Futureberry e Carlo Alberto Giardina — artista, abbiamo creato Spazio Eclissi, un progetto di solidarietà per sostenere giovani artisti e metterli in contatto con organizzazioni pubbliche e private, con l’obiettivo di immaginare con loro un mondo non ancora visibile: il nostro futuro.
IN DA SH*T MEETING
Che è un aperitivo leggero, divertente ma anche “utile” per riprendere i contatti con la nostra community, per raccontarci, piangere insieme e riderci su. Ovviamente su Zoom ad un metro di distanza.
SHARING CON LA COMMUNITY
Abbiamo incontrato persone fantastiche da mondi diversi e lontani dal nostro.
Stefano Zannini che ci ha raccontato la sua esperienza ad Haiti durante il devastante terremoto del 2010 mentre lavorava per Medici senza Frontiere.
Rondine — Cittadella della Pace, un’organizzazione meravigliosa che lavora per la riduzione dei conflitti armati e la cui mission recita “Promuovere la trasformazione creativa del conflitto, attraverso l’esperienza di giovani che scoprono la persona nel proprio nemico”.
Luciano Vanni, fondatore del movimento Civitates, editore di testate musicali com Jazzit, educatore e promoter di festival musicali come Jazzit Fest.
Francesco Lancia , deejay, creatore, attore, regista che ci ha preso in giro, ci ha ispirato e in un’ora e mezza ci ha fatto scoprire il potenziale magico dell’improvvisazione.
Non so se ce la faremo, anche se io credo di sì. Ne usciremo ammaccati, feriti e con delle cicatrici, ridimensionati dal punto di vista del business. Ma di certo non saranno ridimensionate la nostra energia, la capacità di sognare e la voglia di divertirci.
[ENGLISH VERSION]
I don’t know if we’re gonna get out of this, although I think we will.
Two months ago, like so many others in the same situation as us, we received communications from clients telling us that perhaps it was better to wait to kick off, to suspend projects until we would be back to normal, that the contract we were about to sign would be blocked until who knew. First the shock, then the fear, then the anger. Not that we didn’t understand the reasons, we would have done the same.
I find the rhetoric about opportunity irritating. This is a disaster. From the point of view of the health of so many people, from a social and psychological point of view, from an economic point of view. Anything but an opportunity.
But we can’t stand still and after the first few days of shock, we shared this email with the object “how to get the most out of this shit”. We decided that if the projects were stopped it didn’t mean that we had to stop too. That we would try to make the most of this time to put our hands on those important things for which you never have time. Only in this way, we said to ourselves, we will be ready to fly when the worst will be over.
And in fact in these weeks, with Alexia, Anna, Argentina, Beatrice, Benedetta, Eleonora, Elisa, Kevin, Marco, Massimo, Michele, Piero, Sara, Silvia and Stefano we worked on a lot of beautiful things.
We worked according to this framework, that we called Blueprint for transformation:
WHO — IDENTITY AND CULTURE
Manifesto, lingo and tone of voice, branding
HOW — MINDSET AND WAYS OF WORKING
Spaces, roles, hiring, rituals
WHAT — VISIBILITY AND IMPACT
Community engagement, knowledge sharing, impact program
WHO — IDENTITY AND CULTURE
THE ESSENCE
We have redefined our deep essence, our dream, what moves us and where we want to go. Who we want to be and who we don’t want to become, what we want to do and what we will say no to. I’m just going to give you some excerpts.
Our dream — A magical place where people feel good and generate real impact.
A bunch of crazy people who, basically, is a model to be inspired by.
Why we exist — Free and unconstricted minds to create a better future.
That’s why we are all in.
Who we are — We are in the business of imagination.
We are a collective of free minds, exploring better futures and creating new realities to deliver impact.
And then there’s much more.
IDENTITY
We have redefined our identity system, the story we want to tell, the communication framework, the style and tone of voice we want to have.
We have redesigned our logo.
We redesigned the website (still in alpha mode).
HOW — MINDSET AND WAYS OF WORKING
ROLES AND ORGANIZATION
We have redefined leadership roles and implemented a new operational model (which we had designed just before the crisis, actually).
As CEO — Chief Explorer Officer, I focused on the future and challenging the status quo.
Stefano, as Creative and Strategy Director, inspires and influences us to think about how to respond innovatively to our clients’ challenges and how to find new, exciting ones to respond to.
Argentina, Head of Culture protects, cares for and evolves our cultural system which is based on freedom and true attention to people. And it presides over our tenets that start from a strong statement that reads “pursue wonder”.
Massimo is our beacon on business development.
For the first time, with Piero’s help, we have created a real Management team, which confronts, imagines, challenges, listens and decides.
From an organizational point of view we have implemented a model based on fixed teams of three people — the “nuclei” — which aims to give more autonomy and creative space to the people in Futureberry.
HIRING
Just before the blockade we had started a process of hiring thought as a guerrilla activity, in which we were looking for future colleagues not among the university databases but by posting posters on the doors of the coolest bars in Milan, in the toilets of art academies, in the foyers of theatres, rehearsal rooms and musical instrument shops. And the first contact was with a bot on whatsapp.
OFFICE
And since we just can’t sit still, we decided to leave our office. We will continue to do what we have done so far, albeit in a different way. And you’ll find us running a shop, guests in a theatre, with a counter at the market, in a former workshop with others who, like us, want to shuffle the cards a bit.
WHAT — VISIBILITY AND IMPACT
We have created new projects that are exactly what we would like to do with our clients and so we start doing them on our own because we like them, we get excited, we have fun. And the ideas of Atlas of Emotions, PostPo, Social Network and Made in Futureberry were born. And then:
FUTUREBERRY RADIO
We have created Supatronic, our radio, or rather our musical program: to reveal stories and intimate thoughts of new people through playlists customized for them by musical algorithms. Here for the playlists and here if you want to listen to the pilot [ONLY IN ITALIAN].
SPAZIO ECLISSI
Together with the photographer Enrico Mondelli and the artist Carlo Alberto Giardina we created Spazio Eclissi, a solidarity project to support young artists and put them in contact with public and private organizations, with the aim of imagining with them a world not yet visible: our future.
IN DA SH*T MEETING
Which is a light, fun but also “useful” aperitif to reconnect with our community, to tell us, cry together and laugh about it. Obviously on Zoom at a distance of one meter.
SHARING WITH THE COMMUNITY
We’ve met wonderful people from different worlds far from ours.
Stefano Zannini who told us about his experience in Haiti during the devastating earthquake of 2010 while working for Doctors Without Borders.
Rondine — Citadel of Peace, a wonderful organization that works for the reduction of armed conflicts and whose mission reads “promote the creative transformation of conflict through the experiences of young people who discover the human being in their enemy”.
Luciano Vanni, founder of the Civitates movement, publisher of music magazines like Jazzit, educator and promoter of music festivals like Jazzit Fest.
Francesco Lancia, deejay, creator, director and actor, who mocked us, inspired us and in an hour and a half made us discover the magical potential of improvisation.
I don’t know if we’ll make it, although I think we will. We’ll come out bruised, injured and scarred, downsized from a business point of view. But our energy, our ability to dream and our willingness to have fun will certainly not be downsized.
